Ciao Don Roberto
Ciao Don Roberto,
che città sconquassata che lasci oggi… così preoccupata del proprio presente che non riesce più a guardare al futuro.
Una città nella marea che affronta onda su onda il proprio destino senza una bussola. Senza il conforto delle luci di terra. Per troppi, anche il solo navigare a vista in questo mare, è un’impresa impossibile.
Ci siamo incontrati la prima volta quasi dieci anni fa.
Ci incontrammo per aprire a Garbatella la prima di una nuova generazione di scuole popolari in questa città. Con quella impresa, ci volemmo far carico di un testimone: cullammo l’ambizione di essere all’altezza del tuo esempio, con la sfrontatezza di affrontare una sfida enorme fatta di piccoli gesti rivoluzionari.
Nel tuo solco, diventammo “educatori di strada” alle prese con i desideri coraggiosi di tanti studenti per cui la scuola è ancora una conquista, proprio come il futuro.
Dieci anni dopo, è stato emozionante essere presente, in qualità di Presidente del Municipio Roma VIII, alla cerimonia per la tua laurea honoris causa conferita dall’Università Roma Tre: riconoscimento all’eredità che ci consegni.
Roma è poi così cambiata da quella dei baraccati dell’Acquedotto Felice?
Forse sì. Ne è cambiata la geografia urbana ed anche umana, ma la città è rimasta diseguale. Agli emarginati di ieri, si è sostituita una nuova cittadinanza in cerca di dignità e riconoscimento: non a caso in tanti hanno ricominciato con l’impegno volontario in strada per costruire comunità, per sancire nuovi patti di solidarietà, per inventare laboratori municipali e per restituire giustizia e solidarietà a chi più ne ha bisogno.
Ciao Don Roberto.
In un’epoca in cui la solidarietà diviene un crimine, facciamo nostro il tuo motto: “Non tacere!”
Oggi come ieri, di quel grido abbiamo bisogno per ricostruire una città più giusta, ora e subito.