A Mimmo, l’abbraccio più forte. Ci siamo quasi

A Mimmo, l’abbraccio più forte. Ci siamo quasi

29 marzo 2021 News 0
Con Mimmo Lucano in questi mesi ci siamo sentiti spesso.
Mentre la pandemia cambiava il volto del mondo e dettava nuove priorità, avere l’occasione di scambiare anche poche parole con lui alle prese con una battaglia spropositata per difendere la “città aperta” che Riace ha rappresentato, l ho sempre considerato un grande privilegio.
Una battaglia di giustizia che Mimmo ha preso sulle spalle anche nei momenti più duri, superando l’isolamento, tornando a Riace, e piantando una bandiera di solidarietà anche mentre tutto diventava più difficile.
In questi giorni il processo giudiziario a Mimmo per contrappasso sta dimostrando la tesi contraria dei suoi detrattori: le corti di giustizia stanno chiarendo attraverso voci autorevoli che Riace ha rappresentato un modello innovativo e visionario di accoglienza per i migranti, di radicamento di una comunità solidale e che l’abbia fatto nel solco della legge, innanzitutto della Costituzione.
Riace ha inventato un modello di sviluppo differente capace di mettere al centro l’essere umano, da qualsiasi parte del mondo provenga.
So quanto Mimmo abbia dovuto combattere fino ad oggi, e stia ancora combattendo perché questo venisse fuori. L’ho sentito dalla sua voce, dalla fatica e dal sacrificio di essere in prima persona suo malgrado il volto di una battaglia per un altro mondo possibile.
Mimmo ha messo in gioco la sua vita per questo e sapere che nell’avvicinarsi dell’esito conclusivo di questo processo, stiano cadendo una dopo l’altra le accuse di chi ha politicamente infangato una straordinaria storia di umanità del nostro paese è un fatto importante e una speranza perché Riace sia ancora e ancora, là e dovunque.
A Mimmo, l’abbraccio più forte. Ci siamo quasi.

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